La cupola e il campanile di Santa Maria di Piazza, gioiello del neogotico nelle Marche, costituiscono una eccellenza monumentale e un ‘unicum’ nel loro genere, sia per la mole (oltre 51 metri il campanile, quasi 42 la cupola), sia per la tecnica costruttiva: la cupola, risalente agli anni a cavallo fra Ottocento e Novecento, venne infatti realizzata in cemento armato, soluzione d’avanguardia per l’Italia di quegli anni.

Una tecnica innovativa, concepita dai progettisti -gli architetti bolognesi Francesco e Giuseppe Gualandi- in un’epoca che vide il neogotico fiorire in Italia con esempi distribuiti in tutta la penisola: Santa Maria di Piazza è, fra questi, uno dei più belli, e insieme forse uno dei meno conosciuti, nonostante sia da decenni segno emblematico o meglio identitario del paese, e nonostante la stessa Regione Marche l’abbia giustamente scelta per promuovere a livello mediatico le sue ricchezze.

Sulla vicenda storica di Santa Maria di Piazza e sull’imponente complesso architettonico che la caratterizza si è sviluppata una pubblicistica multiforme: importante soprattutto l’intervento di Francesco Fiorani, un giovane e valoroso professionista che ha dedicato al monumento un volume di ben 600 pagine.

L’edificio di Santa Maria di Piazza sorge sulla parte più alta della collina lungo la quale si distende il centro storico di Ostra Vetere, si affaccia su una piazza che costeggia la strada di cresta e che costituiva il fulcro della vita dell’antico comune nel medioevo. La chiesa poggia sull’area di sede di un’antica abbazia secolarizzata alla fine del quattrocento.

Il tempio passò attraverso più ricostruzioni (per quella seicentesca è documentato un progetto del Borromini, mai attuato), e venne infine riedificata nelle forme attuali tra il 1892 e il 1910. L’opera, di fortissimo impegno anche sotto il profilo economico, scandì il ministero di due abati di Santa Maria di Piazza, don Guglielmo Giustini che la concepì e che divenne più tardi vescovo di Loreto e Recanati e don Augusto Giorgini che la completò.

Un monumento eccezionale che chiede un recupero integrale

La cupola è l’elemento centrale del complesso abbaziale, quello che sintetizza -per dirla con De Coubertin- lo scopo autentico e primigenio della costruzione. E’ una cupola ottagona, che ha resistito ad almeno quattro terremoti (quello del 1930 danneggiò in parte l’adiacente campanile). Dopo l’ultima, terribile ondata sismica che ha attinto Marche, Lazio, Umbria ed Abruzzo tra l’agosto e il dicembre 2016 il monumento necessita tuttavia di un recupero integrale, che possa restituirlo all’antico splendore e agli abitanti di Ostra Vetere, che alla sua ombra sono nati coltivando ad un tempo l’amore per la propria identità religiosa, la consapevolezza del proprio retaggio culturale ed il gusto del bello.